Estirpatori serie CM: ancore di salvezza
Molteplici sono i possibili usi degli estirpatori ad ancore, con importanti vantaggi sia per la coltura sia per il terreno. Grazie infatti all’azione verticale e longitudinale delle ancore, queste attrezzature decompattano il suolo favorendone il drenaggio in caso di piogge. L’acqua può infatti penetrare più velocemente in profondità anziché ristagnare o ruscellare in superficie. Inoltre, la struttura stessa del profilo viene migliorata in termini di macroporosità, a tutto vantaggio di una migliore ossigenazione delle radici che risultano quindi meno soggette a fenomeni di asfissia radicale.
Lo sviluppo dell’apparato radicale trae quindi misurabili vantaggi dall’azione degli estirpatori, potendo penetrare più facilmente in profondità e migliorando in tal modo la capacità di estrarre acqua ed elementi nutritivi. Infine, le lavorazioni meccaniche contribuiscono anche a contenere le popolazioni di erbe infestanti, la cui presenza esercita una dannosa competizione verso le colture.
I vantaggi degli estirpatori nelle colture alte
I benefici della pratica di estirpatura si apprezzano su tutte le colture, ma è soprattutto nelle colture alte come vite e frutticole che queste lavorazioni apportano i vantaggi più significativi. Gli estirpatori ad ancore minimizzano infatti il disturbo superficiale al terreno, poiché non rivoltano lo strato superiore concentrando la propria azione sugli strati sottostanti.
Ciò apporta significativi vantaggi sia in impianti di pianura, scongiurando ristagni superficiali, sia in ambiente collinare, ove i fenomeni erosivi dovuti alle piogge vengono minimizzati da una struttura del terreno più incline alla percolazione profonda anziché al ruscellamento.
Gli estirpatori della serie CM
Disponibili in due versioni, a regolazione manuale oppure idraulica delle larghezze di lavoro (CM-I), gli estirpatori della serie CM sono attrezzature portate posteriormente che operano tramite ancore presenti in ragione di 5-7-9-11 elementi in funzione del modello. Il numero delle ancore e delle larghezze minime di fronte operativo sono riportate nella sigla di ogni modello al fine di rendere più intuitive le caratteristiche principali delle diverse attrezzature.
La profondità di lavoro spazia da un minimo di 15 centimetri fino a un massimo di 25 e viene regolata dalle impostazioni conferite dall’operatore al rullo posteriore. Quest’ultimo può essere di tipo dentato oppure a gabbia, fissa o estensibile, o ancora di tipo “packer”. Ogni agricoltore può quindi trovare la soluzione più consona alle proprie specifiche di campo.
A loro volta le ancore possono essere allestite per via opzionale con palette larghe ed esplosori, utili quando si voglia massimizzare la decompattazione del terreno alla profondità prefissata di lavoro.
La soluzione perfetta per vigneti e frutteti
Per le proprie caratteristiche costruttive i modelli della linea CM sono ideali per lavorare il terreno soprattutto in vigneti e frutteti. Sette i modelli disponibili, partendo dall’entry level CM 5/110, con 5 ancore e una larghezza minima di lavoro di 110 centimetri elevabili a 155, salendo fino al top di gamma CM 11/250, allestito con 11 ancore per una larghezza minima operativa di 250 centimetri ampliabile a 295.
Tre di questi modelli (CM 5/110, CM 7/150 e CM 9/200) sono inoltre accessoriabili con due testate interfilari, modello Turbo, dotate di scalzatore e rincalzatore, che permettono di lavorare con un solo passaggio anche le porzioni di interfila prossime alla base delle piante. (CM+ turbo)
Le testate presentano infatti un disco rincalzatore dentato, una lama standard da 50 centimetri, richiedibile da 70 centimetri per via opzionale, e un tastatore regolabile, garanzia di massima salvaguardia dei fusti.
Efficienti con un occhio ai consumi
Gli estirpatori serie CM possono operare a velocità di 5-7 chilometri orari, in funzione delle caratteristiche del terreno, richiedendo potenze limitate al trattore. Queste partono infatti da un minimo di 50 cavalli toccando un massimo di 90-100 per il modello di maggiori dimensioni. Ciò è dovuto essenzialmente a due fattori: le masse contenute e il design filante delle ancore.
Circa le prime, la serie attacca con un minimo di 470 chili per il modello CM 5/110, toccando un massimo di 770 chili per il modello superiore CM 11/250. Masse che salgono rispettivamente a 610 e 800 chili quando all’estirpatore vengono abbinate le testate interfilari. Da parte sua, il design filante delle ancore riduce gli attriti con il terreno, riuscendo a lavorarlo con il minimo dispendio energetico per metro lineare di avanzamento.
La combinazione di queste caratteristiche costruttive concorre quindi a ridurre i consumi di gasolio per unità di superficie lavorata.
Sicuri e maneggevoli
A massima tutela del telaio e degli organi lavoranti sono delegati gli speciali supporti “Stone-Jumper”, dotati di molle antishock capaci di assorbire eventuali urti o picchi inaspettati di resistenza nel terreno. Infine, appositi martinetti idraulici, opzionali, permettono il ripiegamento in fase di manovra o di trasporto.





















































